domenica 10 agosto 2014

Presentare un libro: qualche appunto.

Per un piccolo editore, ma, soprattutto, per uno scrittore esordiente, le presentazioni sono d'importanza vitale sia per la vendita del libro, che per l'innescarsi del leggendario passaparola.
Ma ci sono presentazioni e presentazioni. Ci sono quelle noiose, cui i presenti dimenticheranno presto di aver preso parte, e ci sono quelle piacevoli, colloquiali, che lasciano al partecipante la sensazione di andarsene un poco più ricchi.


A mio parere per riuscire una presentazione deve presentare queste caratteristiche fondamentali:

- Deve essere sempre portata avanti a forma di dialogo. Tra l'intervistatore e l'autore, ma anche tra l'autore e il pubblico. In questo modo il registro rimarrà colloquiale e per l'ascoltatore sarà più facile seguire il discorso. Inoltre, aspetto davvero da non sottovalutare, si riuscirà ad arginare l'istinto di molti autori portati a disquisire per minuti e minuti dello stesso argomento. I minuti, ricordatevi, son lunghissimi quando si parla a un pubblico.

- Deve essere impostata sulla condivisione. L'autore non dovrebbe essere lì solo per parlare del suo libro, ma dovrebbe condividere il suo percorso e le sue conoscenze, per rendere l'incontro più interessante. Spesso il pubblico è attratto dalle dinamiche dell'editoria, suggerisco quindi sempre di ritagliare qualche minuto per parlare della preparazione dell'opera, del percorso che ha portato a pubblicarla e della formazione (letteraria o anche no, se è il caso) dell'autore. Mi piacciono gli autori che parlano degli scrittori che più li hanno segnati, quelli che sottolineano gli errori che non commetteranno più e quelli che elargiscono consigli sui piani di loro competenza.

- In linea di massima, non dovrebbe presentare letture. Sono poche le occasioni in cui vengono ben accolte dal pubblico. Ma nel caso vi capitasse una platea compiacente (rara, ma esiste), sarebbe meglio scegliere un lettore capace. Per Plesio hanno  gentilmente supportato le nostre uscite pubbliche Davide Van De Sfroos, per "Il secondo guardiano" di Sonia Barelli e Tiziano Cervati per "La Danza delle Ceneri". Devo dire che anche l'autrice Gloria Scaioli, forte di un'impostazione che le viene dal teatro, se l'è cavata egregiamente leggendo i suoi stessi pezzi. Le parti scelte dovranno essere corte, suggerisco attorno ai 3 minuti.

Ed eccola qui la mia piccola guida. Niente di più, questi sono gli unici consigli che mi sento di dare e che sono valevoli per ogni tipo di presentazione, a discapito di quale che sia il luogo che la ospita.

Passiamo ora alle comunicazioni di servizio: da oggi "Gli appunti di Mur" diventerà un blog settimanale. Vita e redazione permettendo, posterò ogni lunedì. Vi aspetto dunque la settimana prossima, con un post a proposito del narrare in prima persona. Ogni suggerimento sugli aspetti da trattare è ben accetto!

7 commenti:

  1. Mi sembra più che esauriente come tecnica.
    Bene! *.* sto giusto studiando la narrazione in prima persona: sarà interessante vedere se ho capito bene la dinamica!
    Grazie Mur ;)

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    1. La prima persona può essere molto divertente, anche se per me è una delle più complicate da utilizzare senza errori.

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  2. Qualche lettura ben fatta secondo me ci deve essere, per capire qualcosa in più del libro. Non può mancare il cibo, certo si rischia l'abbuffata finale e la gente che partecipa solo aspettando quello, ma funziona sempre come calamita ed è poi bello il momento conviviale.

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    1. Sono d'accordo sul cibo, ma dipende dal posto che ospita l'evento. In un contesto fieristico ad esempio risulterebbe fuori luogo. Poi si sa, in linea di massima il cibo attira sempre!

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  3. Se c'è una cosa che davvero non sopporterei alla presentazione di un libro è proprio la lettura di alcuni brani :)
    Come autore, poi, non riuscirei mai a leggere in pubblico...

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    1. Infatti, per quanto gli autori di solito ci tengano (anche se non è il tuo caso), alla maggior parte del pubblico le letture risultano indigeste. Vuoi perché avulse dal contesto, vuoi perché molti preferiscono godersele da soli, ma penso sia meglio evitarle o ridurle. Lo dico anche se ho assistito a tante presentazioni ben riuscite anche grazie alle letture, intendiamoci. In alcuni casi sono state proprio queste a convincere il cliente, ma succede di rado. Diciamo che bisogna tararsi sul pubblico che si pensa d'avere.

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  4. Tutto molto interessante

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